Favorire la crescita
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Il ruolo dell'insegnante di yoga è quello 
di aiutare l'individuo ad avvicinarsi a tutti quegli aspetti del proprio essere che, per motivi vari, possono essere stati trascurati o poco sviluppati.

Nei testi dello yoga tradizionale si trovano tutte le informazioni utili per realizzare questo processo d'integrazione.

 


Ognuno di queste opere classiche è depositaria di un sapere riguardante l’uomo considerato nello spettro completo della sua esistenza.
Dal piano
 religioso a quello esistenziale, e filosofico (Veda eUpanisad), dal piano psicologico (Yoga-sutra) a quello fisico e igienico (Hatapradipika).
La tradizione filosofica Sivaita Kashmira  porta la coscienza umana alla sua più alta espressione creativa ed esistenziale. 
I testi dello yoga sono un invito all'esperienza, all'ascolto.


 M.V. Bhole, Il compito dell’insegnante di yoga

Sia che si tratti di attività lavorativa, o che facciamo una passeggiata o visitiamo un luogo sacro, alla base c’è sempre una attività neuro-muscolare…
lo stato mentale però è diverso, cambiano i comportamenti e cambia la consapevolezza interiore. In un caso l’attività neuro-muscolare ci serve per andare al lavoro, in asana per sentirci più aperti, leggeri e per rilasciare le tensioni, nelle pratiche meditative la stessa attività neuro-muscolare ci aiuta a raggiungere uno Stato Trascendente.


 Teniamo ben presente questo schema nella nostra mente e quando ci troviamo di fronte ai nostri allievi cerchiamo di capire quali sono le aree bloccate, pensando e lavorando in termini di chakra, oppure quali parti del corpo non stanno lavorando e, pensando in termini di canali cercate di capire quale potrebbe essere l’esperienza dello studente e alla fine, guidando i vostri studenti, finirà che guiderete voi stessi attraverso tutte queste esperienze.


Torniamo a considerazioni di tipo pratico, proviamo a pensare cosa in pratica avviene continuamente ai vari livelli del nostro corpo o nel corpo dei nostri allievi: beviamo e la gola si apre, uriniamo e si apre lo sfintere dell’uretra… Alla base c’è attività neuro-muscolare, i muscoli si contraggono e si rilassano, ma a livello di esperienza cosa proviamo?


Quando beviamo c’è una azione muscolare e noi sentiamo qualche cosa entrare dentro e quando uriniamo, grazie ad un’altra azione muscolare esperimentiamo qualcosa uscire, c’è una differenza a livello di esperienza non di struttura.
L’individuo osserva e valuta la propria esperienza, in anatomia si osserva invece la struttura del corpo, non l’esperienza.
Per questo motivo diventa molto importante l’attività di Manas, la facoltà grazie al cui funzionamento è possibile che l’esperienza avvenga.
Alcuni dicono che lo hatha Yoga non ha niente a che fare con la mente, si dice però anche molto chiaramente che manas ha a che fare con gli indryas, attraverso gli organi di senso viene continuamente attratta verso l’esterno e con gli oggetti esterni tende ad identificarsi rendendo difficili le esperienze interiori.
Di tanto in tanto dovremmo chiudere i canali sensoriali i cui impulsi vengono dall’esterno e sono quelli che vengono colti da Manas, aprendo invece i canali interni, quelli che danno l’avvio alle esperienze interiori, che è esattamente ciò che dovrebbe avvenire in Asana.


 Quando durante una pratica di Hatha Yoga decidiamo di sollevare un braccio, l’esperienza che facciamo può essere paragonata a quella che facciamo quando solleviamo il braccio giocando a tennis?
L’atteggiamento mentale è di certo totalmente diverso. Lo stesso individuo a casa solleva il braccio per prendere un barattolo, di nuovo avrà una esperienza diversa, ma quando in un libro di yoga vediamo un individuo con il braccio sollevato, i suoi pensieri e le sue sensazioni non vengono spiegati, noi diciamo soltanto inspira solleva il braccio, espira abbassalo, posso eseguire ma intanto penso ad altro e non stabilisco nessun contatto con me stesso.


Compito dell’insegnante di Yoga è guidare il proprio studente verso una esperienza interiore altrimenti le tecniche applicate allo yoga non daranno l’effetto voluto ed anziché fluire verso lo yoga spirituale andremo verso lo yoga materiale. In una scuola di danza s’insegna a sollevare un braccio, così come lo si fa durante una lezione di hata-yoga, dobbiamo solo cercare di capire qual è la differenza.


Invito gli insegnanti a riflettere su questo punto, a capire bene la differenza tra un allenatore sportivo, un insegnante di ginnastica ed uno di Yoga, tutti lavorano con la medesima struttura, la differenza sta nello sviluppare Manas e Chitta Vritti nell’uno o nell’altro modo.


Dalla purificazione del corpo si passa alla purificazione delle Nadi, ma perchè l’azione sia efficace ci deve poi essere anche la purificazione della mente. Nello Hatapradipika non se ne parla esplicitamente ma in alcuni versetti è specificato come sia importante purificare e lavorare a livello di mente.
Ogni pratica deve diventare un mezzo per ottenere un risultato non soltanto a livello fisico, ma anche su tutti gli altri piani dell’esistenza.

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